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Aristopunk è la condizione signorile, snob e comoda di un viaggiatore pronto a tutto, squatter dei salotti e signore della semplicità. Le vicende narrate sono storie di purezza, di piccoli gesti, di convivenza con il potere e di sogno, a metà fra il Piccolo Principe, Fitzcarraldo e Gulliver. Nel viaggio si incontrano una donna pastora, un misterioso industriale senza un mignolo, un guerrigliero, un cane, una mecenate con un cuore enorme, due vecchi qualsiasi, malati e poeti, uno sciamano, una famiglia di contadini cinesi emigrata, monaci, star americane, contadini, politici, amici, amori, nemici, castelli e capanne, il diavolo, il silenzio, intravedendo nel caos la strada della semplicità. L'Aristopunk "canta" storie, le sussurra e le grida in maniera ingenua, cinica, profonda, saccente, profetica, salutando il mondo sdraiato davanti a un castello a osservare galline che dormono sopra un albero, sotto la luna (www.aristopunk.org).